Senegal 2018 – Diario della Missione

10 agosto 2018

Ultimo giorno di missione. Ieri abbiamo confermato l’apertura della missione a Sifoe in Gambia, dove i volontari lavoreranno all’health center e nelle daraa con i bambini talibe che hanno bisogno di vestiti, nutrimento e cure sanitarie, sotto il coordinamento di Salvatore. Potranno parlare inglese e mandingue e abitare in famiglia per conoscere le tradizioni di questo popolo che, rispetto al senegal, si presenta piu ricco e organizzato con città come syracunda e Banjul, dove gli europei hanno tanto investito nell’edilizia e nel commercio. Ho chiesto a molti collaboratori gambiani perché allora la maggior parte degli immigrati clandestini in italia partano da qui, rischiando tutto dalla Libia al mare, senza poter prendere permesso di soggiorno in italia e lì ritrovarsi a mendicare per strada. La risposta è stata il non avere niente da fare, come le numerose ragazze che sulle strade di Banjul, la capitale, vendono ogni notte il loro corpo per pochi dollari. I gambiani nostri collaboratori sono fortemente contrari a questo tipo di emigrazione, incentivano invece quella legale e qualificata. Prima di ripartire dalla casamance (riunione nella foto davanti casa Praticare), molti giovani di Bona ci hanno domandato cosa accada oggi in italia per gli stranieri : l’ appannaggio dell’Eldorado é finito, in mare si muore e in italia si viene respinti. Anche se poco e con poco, meglio restare su queste pianure a coltivare riso e arachidi, a non soffrire quella terribile forza della nostalgia che diventa oggi troppo spesso solitudine e depressione.

Riprendiamo la via verso mbour per andare domani in aeroporto. Nella traversata del canale che lega la Gambia al Senegal intravedo un barcone in lontananza che sembra essere come i tanti che la televisione ci mostra. Spero sia di pescatori o di giovani in cerca di fortuna in questa parte di oceano e non di corpi che raccoglieremo al porto di Pozzallo o che saranno il miglior capro espiatorio di un Salvini imbizzarrito o di un’Europa non curante. E, ancora una volta, aver visto entrambi i lati della medaglia fa riflettere, fa male, pone problemi di etica politica e internazionale ma anche di coscienza civile e umana.

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09 agosto 2018

Ultimo giorno in casamance, visti tanti pazienti e tante problematiche. Avitaminosi, anemie, osteoporosi per l’impossibilità di mangiare un po di latte o carne. Il riso o il miglio é ciò che maggiormente accompagna le giornate di lavoro faticoso nei campi di questo popolo. Relativo è anche il concetto di igiene, di pulizia, di prevenzione e di sicurezza, differente dal nostro o perlomeno a ciò cui noi siamo abituati. Ed è proprio l’abitudine che segna la quotidianità di una persona, di una casa e della sua vita. Si tratta dunque di attenuare quella violenza strutturale che causa morti precoci o malattie inspiegabili, di facilitare lavori faticosi e impedire che i giovani fuggano dalla loro terra.. non si tratta di insegnare o importare le nostre abitudini. In due giorni abbiamo installato l’acqua corrente, con la fatica di braccia e gambe di uomini fortemente attaccati a questa terra..
Domani avvieremo missione in Gambia e poi ritorno in Italia. Clima insetti e pioggia hanno reso la missione davvero difficile.

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07 agosto 2018

Ultimi giorni in casamamce: curati anche morsi di serpente e brutte ulcere. Benissimo il corso di formazione su psicologia dell’handicap per alunni di scuola media ed elementari… questa casa Praticare a Bona in casamance e scene di vita quotidiana. Difficile qui la vita quasi a 40 gradi, tanti insetti e alcuna comodità da toubab… eppure la nostalgia di certi sguardi e la semplicità dei sorrisi mancano già a chi sta per tornare a una voluta quotidianità. Oggi si parla con i piu giovani della emigrazione, di come l’Italia non é eldorado creduto e che in mare si muore dopo le torture libiche.

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05 agosto 2018

Dinjni: piccolo villaggio in casamance, dove prevale il mandingue e il peul. ieri abbiamo aperto altra missione, in cui verranno volontari PRATICARE nel prossimo turno. Incredibile è stata l’accoglienza al poste de sante ma soprattutto il numero di pazienti che aspettavano di essere consultati da noi..122 persone in circa cinque ore di lavoro, molte medicazioni per boutton e quelli che io chiamo i sintomi della “fatigue pour les champs”, ovvero male alla testa, al petto, il corpo tutto caldo delle donne che lavorano nelle risaie dalle 6 del mattino al tramonto. Diamo loro Tanti sali minerali e vitamine con ferro, perché fortemente anemiche, controllo della glicemia e della pressione che molto spesso é bassa con frequenti aritmie. Tanti casi di cataratta dei più anziani che gradiscono molto spesso massaggi ad una artrite incombente e ad arti anchilosate. La maggior parte di loro continua a curarsi con la medicina tradizionale anche perché non può permettersi di pagare 200 sefar di ticket per una consultazione al poste de sante. Ieri é dovuto intervenire un poliziotto per regolare le discussioni tra i pazienti in coda che abbiamo accolto tutti nel pieno rispetto della loro cultura e attese. Mi rendo conto, dopo tante missioni in questa terra, come sia difficile per noi toubab entrare e comprendere certi elementi emici che caratterizzano una determinata cultura: l’igiene, i rapporti di genere, la presenza-assenza dello Stato nella vita del popolo, la visione stessa degli occidentali e del bianco. Ritorna dunque in mente sempre quell’etnocentrismo critico demartiniano che non permette la piena immersione nella cultura altra perché, volente o nolente, si resta ancorati alle proprie categorie interpretative e abitudini pragmatiche.
… stamani altri 55 pazienti.. siamo stanchi ma felici che in tanti soprattutto poveri si siano potuti curare

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04 agosto 2018

Casamance, continua a piovere. Oggi abbiamo avviato un corso di didattica e pedagogia per gli insegnanti di scuola elementare, media e liceo. Molti sono i problemi: le classi numerosissime senza banchi né sedie, un maestro può avere anche 60/65 allievi in un’aula. Due anni fa donammo delle offerte a scuola media e liceo e oggi abbiamo visto che con i soldi hanno realizzato un nuovo edificio con gli uffici e la stanza del preside, che prima aveva un banco sotto un albero dove svolgeva il suo lavoro (la nuova scuola nelle foto). Ci hanno chiesto un corso di aggiornamento sui problemi di apprendimento e i comportamenti a rischio di alunni delle diverse età e aiuti per materiale scolastico e didattico (talora dieci bambini si dividono una penna e il prof..deve scrivere tutto alla lavagna perché non hanno libri). Vorrei organizzare un container e raccogliere tutto questo. Chi voglia aiutarci, mi scriva privatamente.

Continua a piovere e tutti i pazienti del pomeriggio sono fuggiti perché senza alcun riparo.. la fila è il tronco che vedete nella foto più altri due simili. Donne fragilissime, anemiche e stanche per il lavoro nei campi… cercano un ricostituente o qualcosa che sollevi la fatica. I bambini che devono essere medicati per i famosi boutton piangono alla vista di un toubab (bianco), come a noi à l’ époque incutevano paura pensando all’uomo nero. Ora questa che era solo impressione si è trasformata in xenofobia populista, che divide e crea odio e crudeltà. .. e pensare che qui siamo gli unici due bianchi di tutto il dipartimento ma ci sentiamo fortemente accolti e integrati nella loro serena quotidianità…

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03 agosto 2018
Casamance. Bona
Qui pioggia torrenziale da due giorni che blocca ogni attività, ciononostante si condivide la vita locale ancora di più con lezioni di mandingue, rito del tè con le donne e gli uomini del villaggio che non ci lasciano mai da soli. Si avverte un senso di solidarietà e condivisione che forse in italia abbiamo perso, una semplicità e non preoccupazione per le mille faccende quotidiane che ci attanagliano vorticosamente, la pazienza invidiabile di lasciare alla natura fare il suo corso senza nulla poter preventivare. Nonostante lo veda da più di dieci anni, mi sorprende sempre come alcuni bimbi attendano la pioggia per lavarsi e giocare con l’acqua che spesso manca. Io sotto un tetto ben costruito li osservo avendo capricciosamente paura di bagnarmi… nel niente e poco si rivive il calore della vicinanza, del mutuo aiuto e della condivisione più simile al mio paese natale in abruzzo.. e pensare che, a Torino, a stento io conosco il cognome (e non il nome) dei miei vicini di pianerottolo.

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31 luglio 2018

Casamance: curati già tanti malati, creata una nuova missione in Gambia e acquistato motocoltivatore per aiutare donne a coltivare nelle risaie, a non soffrire fame come i loro figli. Un piccolo avvio per microcredito con il cui ricavato, direttamente da Praticare, servirà ad acquistare farmaci e materiale scolastico.

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30 luglio 2018

Ultimo giorno a mbour: in orfanotrofio con 149 bimbi tutti orfani di madre.. bisogno di essere abbracciati, coccolati. Ogni volontario lì potrebbe fare tanto perché hanno delle maman che si prendono cura di loro in maniera meccanica e anaffettiva. Qualcuno dopo il terzo anno di vita viene riscattato da zii, nonna o padre ma molti restano in struttura fino a 18 anni senza che si possano adottare (contraddizioni istituzionali.. ). Siamo stati con famiglie povere in cui al mese entra il salario di 150 euro con cui sfamare una famiglia intera i cui membri non riescono a trovare lavoro (le figlie congelano la crema per farne gelato e venderla a 5 centesimi a bottiglia). Vorremmo supportare queste famiglie in maniera da creare lavoro locale e renderle non schiave dell’economia e capitalismo locale e internazionale, dentro una povertà difficile da tollerare.
Accanto a Mbour c’è una piccola isola fatta interamente di conchiglie sul pavimento e nelle case. Le persone qui muoiono centenarie e l’isola rappresenta un ottimo esempio di sincretismo religioso in cui, nella vita cittadina quanto nell’allestimento cimiteriale, i musulmani convivono serenamente con i cristiani che rappresentano la maggioranza. Un senso di pace e di armonia infonde il posto, al contrario di tanta ostilità e xenofobia che i conflitti internazionali attualmente producono. Si parte oggi per casamance, foresta, dove andremo a curare interi villaggi in maniera del tutto gratuita, nella piena convivenza con la popolazione e cultura locale.

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28 luglio 2018

Ieri secondo giorno a mbour, abbiamo medicato e curato tanti bimbi nelle daraa ovvero nella casa della guida alla preghiera, erroneamente detto ‘marabut’. Condizioni igieniche inesistenti, tutti senza scarpe, con vestiti discinti. Escono al mattino presto per mendicare e riportare al marabut da mangiare o soldi, poi cercano da mangiare per loro. Chi non riporta niente può essere percosso e punito. Noi offriamo la colazione cosicché non la cerchino sulla strada. Sono venuti giornalisti interessati al nostro centro e a capire chi si prenda cura dei bimbi di strada in Senegal. Mi hanno chiesto se PRATICARE riuscirà a fare la stessa cosa in tutti i dipartimenti del Senegal. Lo stato dormiente sa di questi bambini e la religione musulmana, che spesso ne è la giustificazione, vieta di mendicare. I talibe rappresentano uno di quei fenomeni, come in Italia, da tutti conosciuto e da tutti taciuto. Poi c’è la Senegal dabbene, quella parte della popolazione che trascorre vacanze alla Somone tra un incredibile buffet di sprechi, piscina e animazione. É la contraddizione di ciò che il colonialismo europeo ha prodotto, dove ora le capanne sono pseudobungalow con tetti di paglia e l’artigianato etnico la migliore pubblicità. Allora eticamente bisogna decidere da che parte stare, quale dei due mondi incentivare e proteggere con consapevolezza e coscienza della Storia di un paese, che è Storia di uomini, donne, bambini.

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27 luglio 2018

Oggi primo giorno a mbour, centro dei talibe ovvero bimbi di strada. Con grande sacrificio abbiamo ristrutturato tutto il centro, garantita istruzione tre volte a settimana anche ad analfabeti e la colazione ogni mattina per evitare che vadano a mendicarla. Tre posti di infermieristica per assistenza e cura. Tanti visini impauriti e bisognosi anche solo di attenzione, non hanno mutandine e pochi di loro sono vestiti con abiti decenti. In questa dignitosa povertà la violenza strutturale domina con fame disoccupazione e assenza di diritti. In questa umile condizione dell’uomo cerchiamo di portare sollievo e presenza che non significa cambiare il mondo ma renderlo, nel piccolo, più dignitosamente abitabile. Chi ha istruzione e salute può aspirare a uno dei beni più grandi che è la libertà. Grazie anche a voi e ai vostri doni

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