“Volevo qualcosa che mi sconvolgesse la vita”

Testimonianze dal Senegal:

Volevo qualcosa che mi sconvolgesse la vita, ma che soprattutto me la migliorasse e così quel giorno, ho deciso di partire per l’Africa, senza pensarci due volte. La preoccupazione dei miei genitori era tanta, ma come sempre hanno capito quanto contasse per me quest’esperienza e mi hanno appoggiata. Raccontare a parole ciò che ho provato durante quest’esperienza di vita è sicuramente impossibile, ma ci proverò. Il giorno della partenza è il giorno dell’imprevedibilità, delle aspettative, del ”chissà cosa mi aspetterà”, ma una volta arrivata a destinazione tutto cambia. Mi sono sentita a casa. L’ospitalità senegalese è molto simile a quella della mia amata Sicilia, le persone sono sempre pronte ad offrirti un piatto di riso, oltre ad un semplice sorriso che ti fa sentire al sicuro. Fin dalle prime ore del mattino, i bambini per strada ti urlano con una felicità immensa ”Bonjour, TOUBAB” (bianco in wolof) e sai che la tua giornata non può proseguire che in meglio. Ma quello che mi rimarrà impresso per tutta la vita è lo sguardo dei bambini talibè, bambini che dovrebbero vivere la loro infanzia coccolati dalla loro famiglia e giocando con la spensieratezza di un normale bambino e invece si trovano per strada a mendicare per riuscire a racimolare qualcosa da mangiare. Quegli occhi non li scorderò mai. Occhi che imprigionano la paura e la tristezza che però non ti fanno avvertire, perché sono sempre pronti a sorridere e a giocare con te. Quegli occhi che ti guardano intensamente mentre stai medicando loro una ferita abbastanza profonda e quegli occhi che vorrebbero urlare perché stanno soffrendo ma non dicono niente, perché ci sono cose più gravi di una ferita profonda su un braccio, gamba, piede che sia. Sono partita con la consapevolezza di voler dare tanto a questi bambini, ma sono tornata con la convinzione di aver ricevuto il triplo. Mi hanno insegnato ad apprezzare ogni singola cosa che possiedo, a non chiedere sempre di più, a svegliarmi la mattina pensando quanto sia fortunata ad avere tutto quello che ho. Mi hanno insegnato anche che, se si ha una sola  caramella e si è in dieci, quella caramella va divisa in dieci parti uguali. Mi hanno insegnato a non avere pregiudizi e che tutti, indipendentemente dal colore della pelle, sorridiamo nella stessa lingua. Mi hanno insegnato a non lamentarmi per qualsiasi cosa, ad apprezzare la vita perché è un dono prezioso. Mi hanno fatto capire che non importa avere macchine, soldi, case, l’importante è non essere mai soli. Perché in AFRICA non si è mai soli. Grazie di vero cuore a tutti voi, piccoli ma grandi bambini che mi avete fatto capire il vero senso della vita. Grazie alla mia famiglia che mi supporta sempre, grazie alle mie compagne di avventura che hanno condiviso con me quest’esperienza che dire unica, è dire poco. Grazie anche a te, perché tu sai. Grazie Senegal, per avermi reso una persona migliore. A presto

praticare

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